Doppio cognome: come funziona?

27.05.2022

Pietro Maestroni 5A


Negli ultimi di aprile dell'anno corrente la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima, e di conseguenza non valida a livello legale, ogni normativa che prevedesse di attribuire al figlio il solo cognome del padre. Da questo momento in poi, quindi, ogni neonato dovrà - salvo decisioni diverse assunte di comune accordo tra i genitori - presentare entrambi i cognomi.

Prima di questa dichiarazione, in Italia era previsto che venisse attribuito automaticamente il cognome del padre, e proprio per il suddetto motivo la nostra Repubblica era stata condannata dalla Corte europea dei diritti dell'uomo nel 2014. Resa illegittima questa normativa, di fatto i genitori dovrebbero poter dare al figlio entrambi i cognomi nell'ordine preferito; attribuire al pargolo il solo cognome della madre resta possibile solo nel caso di padre ignoto, nel caso in cui quest'ultimo non riconosca il figlio e se deciso concordemente da entrambi i genitori.

Volendo essere puntigliosi, essendo le decisioni prese dalla Corte Costituzionale retroattive, al giorno d'oggi ognuno di noi dovrebbe portare entrambi i cognomi, ma per ovvi motivi questo non accadrà. Ci sarebbe prima di tutto un problema di documenti e poi andrebbero cambiati tutti i codici fiscali. Insomma, probabilmente per questa volta si chiuderà un occhio.

Nasce, inoltre, una seconda questione: come funzionerà per le prossime generazioni in caso di cumulo di cognomi? Una risposta certa ancora non c'è, perché lo scioglimento di questo nodo spetta al Parlamento, il quale ancora deve formulare una legge a riguardo.

Molti si sono interrogati giungendo ad un'ipotesi comune, e cioè quella di mantenere solo il primo dei cognomi dei genitori. Questa pratica è già in uso in Spagna da molti anni e sembrerebbe essere, per ora, la cosa più ragionevole.

La decisione della Corte si può considerare sicuramente un grande passo avanti per sradicare totalmente il retaggio culturale patriarcale che ancora persiste nella nostra società, ma si è decisamente lontani dalla meta. La domanda però è quanto lontano.

A livello umano verrebbe da dire molto, troppo, poiché ancora in troppe persone e in troppi luoghi è radicato il retaggio culturale della donna "casalinga" e dell'uomo "padrone di casa". Per fortuna, a ribaltare questa idea sta contribuendo il fatto che sempre più donne stanno ricoprendo ruoli di spicco. Samantha Cristoforetti, ad esempio, in una recente intervista ha evidenziato come in sua assenza il marito riesca e debba riuscire a curare i figli. A livello economico ha risposto alla domanda la Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, che ha affermato che il raggiungimento della parità è "una delle sfide principali del nostro Paese" e che si sta incentivando sempre di più un accordo tra imprese e università per favorire la formazione delle ragazze in questi settori.

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