La casa sul mare celeste: sentirsi accettati

27.05.2022

Alice Faccendini 3A


«L'odio fa molto rumore, ma ti accorgerai che è solo perché le persone che gridano sono poche e vogliono disperatamente farsi sentire. Magari non riuscirai a fargli cambiare idea, ma se tieni a mente che non sei solo, vincerai tu»

La casa sul mare celeste è un libro che si prende il tempo di ogni passaggio. Non è mai noioso, mai troppo veloce.
E' un libro che finisce al momento giusto e nel modo giusto.
Vi compare un unico antagonista: il pregiudizio.

Linus Baker è un assistente sociale da tutta la vita, è sempre stato imparziale e professionale, ecco perché viene scelto per un progetto tanto delicato quanto segreto: verificare se i bambini dell'orfanotrofio di Marsyas siano pericolosi per il mondo.
Si tratta di sei bambini con poteri talmente rari da essere stati esiliati su un'isola, con un direttore che farebbe davvero di tutto per la loro protezione.

Inizialmente, spaventato dalla loro diversità, Linus manda rapporti sistematici alla Suprema Dirigenza, fino a quando tutte le sue certezza vacillano e il sistema di regole su cui aveva sempre basato la sua vita inizia pian piano a sgretolarsi.

Stando insieme ai bambini, Linus si accorgerà presto che il mondo ha paura di ciò che non conosce, che l'uomo stesso ha il bisogno sfrenato di classificare e trovare spiegazioni per tutto, e da qui si evincono i temi principali, diversità, emarginazione e discriminazione, trattati con quella particolare ironia che fa ridere e commuovere al tempo stesso.

Il punto forte di questo libro sono sicuramente i sei bambini: stravaganti e descritti talmente minuziosamente da poterli quasi percepire accanto quando si legge la loro storia. La tenerezza con cui si amano a vicenda e il modo in cui sono riusciti a trovare una casa e una famiglia all'interno dell'orfanotrofio fa capire che la nostra casa non è quella in cui nasciamo, ma il posto in cui scegliamo di vivere e le persone di cui scegliamo di circondarci.

Sebbene La casa sul mare celeste sia un fantasy, la parte fantastica è quasi irrilevante, infatti, i personaggi magici avrebbero potuto avere caratteristiche reali e risultare tutti diversi per colore di pelle, attitudini, credo, orientamenti...

Questo libro è come una carezza all'anima, perché fa pensare che il mondo possa essere davvero un luogo più bello e che sia davvero possibile cambiare le cose.
La magia ha solo il compito di estremizzare il fatto che la diversità renda il mondo un posto migliore.

«I cambiamenti spesso prendono avvio dal più flebile dei sussurri. Sta alle persone che ci si riconoscono trasformarlo in un ruggito.»


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