La sindrome dell'arte

27.05.2022

Alberti Davide, Castaneda Dominguez Federico 1F


La sindrome di Stendhal, che trae il nome dall'omonimo artista romantico, indica l'estremo livello di impressione suscitato da un'opera d'arte. Ma non solo: il concetto è estensibile a qualsiasi immagine.

Per comprendere meglio, si effettui un'immersione nel pensiero ottocentesco. Una lotta affiatata e complessa fra due cavalieri che, a colpi di spade, cercano di affermare la perfezione: da un lato, un cavaliere ispirato all'universo greco-romano, che scalfisce col criterio e si para con la ragione; dall'altro, senza sosta, continua a sferrare colpi un guerriero che attacca ove decida il proprio cuore, guidato dalla sua contorta naturalezza.

Si tratta della grande lotta nel pensiero artistico di quegli anni fra il Neoclassicismo, che si rende conto della meraviglia del classico e lo ripropone per contribuire al patrimonio di un periodo passato, e il Romanticismo, che si basa sulla natura, sulle emozioni e sull'amore verso la patria.

Chi, come Marie-Henri Beyle (o Stendhal), si è riconosciuto maggiormente nella seconda corrente, non poteva evitare di ritrovarsi di fronte ad una sensazione di fortissima meraviglia: questa descriveva un vuoto, una commozione e uno stupore incomprensibili nonché una sensazione quasi inedita che, spesso, poteva portare anche al pianto, oltre a vertigini, tachicardia, panico e

allucinazioni. Queste potenti emozioni rappresentano il Romanticismo, così tanto basato sull'enormità e sulla bellezza del mondo circostante e del pensiero umano.

Tuttavia, una domanda sorge spontanea: questa sensazione così potente ed intrigante come e dove può essere provata?
Ebbene, nell'immaginario artistico comune sono sostanzialmente due i propulsori della sindrome: il paesaggio e l'opera.

Il paesaggio è notoriamente un punto imprescindibile per la sindrome di Stendhal, in quanto può stupire con i colori e le dimensioni. In particolare queste ultime, che improvvisamente possono far sentire l'uomo tremendamente piccolo di fronte ad una vastità e grandezza così intensa.
L'opera dimostra, invece, l'amore per la bellezza del nostro patrimonio e può esercitare seduzione e turbamento in chi la contempla al punto da indurlo a meravigliarsi profondamente del genio dell'artista per la creazione di certi capolavori così difficili da immaginare.

In fondo, il numero di elementi che potrebbero suscitare la sindrome è notevole e indefinito. Probabilmente essa non sorge per qualsiasi cosa, ma per molti oggetti anche comuni, se si riescono ad associare le giuste immagini e i giusti sentimenti, sì.


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