Testimonianza di Nicoletta Lovati

30.05.2022

Il giorno 11 maggio si è tenuto, nell'Aula Magna della nostra scuola, un incontro sul Covid destinato alle classi quarte. La dott.ssa Alessandra Grittini, medico all'ospedale Fornaroli di Magenta e responsabile del reparto Covid per tutto il tempo della pandemia, ha parlato di alcuni dei drammatici momenti da lei vissuti e di come si è evoluta col tempo la situazione del virus. Inoltre, ha donato alla biblioteca della scuola il testo in cui ha raccontato la propria esperienza, intitolato "La barricata". Riportiamo anche un breve scritto della prof.ssa Lovati, che è stata curata proprio nel reparto della dott.ssa Grittini. 


Cari studenti,

immaginiamo di raccontare ai nostri nipoti fra un po' di anni cosa è stato quel periodo.

Innanzitutto, un pensiero a chi non ce l'ha fatta nonostante gli sforzi e un grazie a chi ha permesso che tanti ce l'abbiano fatta.


Io cosa potrei dire?


È come se avesse sancito la fine di un tempo in cui eravamo in una quotidiana ordinarietà e siamo finiti in uno stato emergenziale.


Credo che le emozioni di tanti di noi possano essere legate all'incertezza, che è la condizione umana, in quei giorni per me è diventata drammaticamente tangibile la Paura.


La Paura di questo virus che per me è stata la conclamazione di un male, di un dolore che esiste.

I miei studenti sanno quanto a me sia caro veder incarnati nel quotidiano i temi della letteratura nella vita: la lotta tra bene e male, tra gioia e dolore, tra amore e disamore, tra vita e morte, è la nostra sorte.


Nella vita a volte possiamo scegliere, a volte ci son delle situazioni che accadono: il dolore accade.

Quando il dolore fisico come quello che ha bruciato letteralmente parte di me in quei giorni si unisce al dolore per chi sta soffrendo con te e quel qualcuno ha un volto preciso: tuo marito, tua figlia, i tuoi genitori. Nell'incoscienza del dolore, della sofferenza a cui ero sottoposta avevo due vie: sperare o disperare.


Io mi son detta: voglio vivere, voglio tirar fuori le mie risorse per vivere...


Mi sono aggrappata alla fede, alla preghiera, ho chiesto in un momento critico l'olio degli infermi e, dal mio lettino d'ospedale dove ero un po' più protetta rispetto all'isolamento a casa, ho detto che questo è uno di quei mali devastanti da cui puoi uscire per grazia e questa grazia sono stati i farmaci, i medici, chi ti vuole bene e pur nella distanza fisica è lì con te e lotta per la vita.


Sono rinata...


Oggi posso raccontare che sono riuscita ad uscire grazie a chi mi ha curata, grazie a mia sorella e cognata che da casa accudivano mia figlia isolata perché anch'essa contagiata. Mia sorella Cristina con cui ho da sempre un rapporto esclusivo, oltre a gestire tutta la macchina per la salvezza di tutti noi che eravamo contagiati e in ospedale, si prendeva cura, insieme ai miei nipoti, dell'altra figlia non contagiata.


Una rete di persone qui a scuola, a casa e nei vari ambienti frequentati nella mia esistenza hanno supportato a distanza tutto quello che stavo attraversando.


In ospedale vedevo medici e infermieri e a malapena distinguevo le voci; vedevo gli occhi, occhi spesso con le lacrime, stanchi ma sempre vigili per aiutarmi a credere che ce l'avrei fatta.


E così in una grande rete fatta di solidarietà, amore, cure, voglia di vivere, oggi sono ancora qua a raccontare quel periodo, di cui purtroppo porterò qualche segno e per grazia porterò anche tanto bene.


So che la vita non termina qui e quei giorni ero come in un tunnel, dove ho rivisto la mia vita, con tutte le persone che ho conosciuto, con le loro storie. Sono rimasta sveglia ininterrottamente per più di 3 mesi. Quando ero in ospedale avevo paura di morire e quindi rimanevo sveglia e mia sorella sveglia con me a distanza.

Ricordo ancora le lacrime quando, dopo giorni, ho potuto riconoscere, dalla stanza al nono piano, il luogo di lavoro, questa scuola.


So che c'è un oltre, oltre la vita terrena, ma se oggi son qui con voi è perché, oltre a render grazia alla vita, la mia vita ha ancora da rendere un servizio alla vita.

La vita è breve, apprezziamola e viviamola con cura e amore verso di noi, il creato, il prossimo e verso chi, chiunque sia, ha permesso che possiamo transitare in questo tempo e spazio.

La vita ha un valore, diamo ad essa e a noi giusto valore.

Cerchiamolo con sana inquietudine ogni giorno per renderci contenti di vivere.

Oggi a distanza di tempo, mi pongo queste domande: come vivo? A cosa dare valore e dove mettere le mie energie? Il mio motto è: la vita è breve, voglio vivere con amore e gioia profonda, nella verità, a volte questa verità costa ma io voglio essere vera.

Grazie


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